Abbracci d’autunno e domande d’amore: sul tempo, i ricordi e una dolce storia d’amore

“But I miss you, most of all, my darling, when autumn leaves start to fall”

(Eva Cassidy, Autumn leaves)

Senza darle il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, lui la condusse in un mondo nuovo.

I suoi baci e le sue parole l’avevano traghettata verso un universo nel quale le vecchie regole, semplicemente, non esistevano più.

Non più schemi, nè strade ben definite. Non più certezze, non più giusto o sbagliato. Non più doveri, ma amore, solo amore.

A ben vedere, questo mondo non era nuovo per lei.

Ma di esso restava solo il vago ricordo degli anni passati. Quando anche lei sapeva amare. Quando anche per lei valeva solo l’amore.

Quando, per entrambi, la vita era ancora sogno, progetto, possibilità.

Non come ora, che tutto sembrava già scritto.

Non come ora, che affidarsi all’amore sembrava un’ incognita dal prezzo troppo alto.

Non come ora, che lei sembra non sapere più cosa sigfica amarsi al di là dell’io.

E forse a questo, dopo tutto, era servito il loro incontro.

Forse per questo lui era apparso sulla sua strada.

Forse per questo lei aveva detto sì: per non morire, per non lasciare che l’illusione diventasse la vita vera, per non smettere di credere che ciò fosse possibile, che vivere fosse possibile, che amare incondizionatamente e darsi senza riserve fosse possibile.

Per questo, aveva detto sì, per questo si era fidata, prima ancora che di lui, della vita.

Mi chiedo se ancora leggi ciò che scrivo e se sei tu ad alimentare, con la tua silenziosa presenza, le immagini dalle quali hanno origine le parole.

Mi chiedo se apprezzi le immagini che scelgo per sigillare un’emozione o le musiche che fanno da sfondo alla lettura.

Mi chiedo se le nostre vite siano ancora legate da un filo sottile che un giorno ci porterà ad incontrarci di nuovo.

Me lo chiedo, quando arriva una sensazione o quando si riaccende un ricordo.

Me lo chiedo, quando mi trovo a sognare o quando confondo un desiderio con il frammento di un passato mai avvenuto.

Me lo chiedo, quando riconosco in questo atto creativo le tracce di un processo che si ripete ogni volta in cui, da un semplice incontro, nasce un’idea e da essa un’azione e da essa un futuro.

Me lo chiedo, quando sento la tua voce che accompagna le mie passeggiate tra le vie della città.

Me lo chiedo, quando attraverso silenziosa l’uscio di casa e mi preparo ad una notte fatta di domande e di immaginazione.

Me lo chiedo, quando desidero averti con me per condurmi, ancora una volta, in un mondo fatto di poeti e citazioni.

E me lo chiedo ora, mentre avverto la tua mancanza e vorrei fossi con me.

Mi giro e osservo le luci dell’autunno che si riflettono sull’acqua: a volte la solitudine placa l’anima e addlcisce la memoria.

Avvolta nell’abbraccio di un ricordo, mi chiedo se ci sei.

Good night, my dear knight.

Con affetto, gratitudine e dolcezza,

Valeria