A tu per tu

Anche lei, così ancorata al ruolo che si è cucita addosso, così legata al senso del dovere, lei, così severa nei giudizi su se stessa e sugli altri, anche lei, sì, a volte pulsa di vita.

In quei momenti la vedo bella, quasi senza età.

In quei momenti le barriere che così spesso ci dividono cadono completamente, permettendoci di trovare un’unione ed una complicità che ogni madre vorrebbe avere con la figlia (e viceversa).

Sono questi i momenti in cui mi sento “vista” da lei, quelli in cui, una volta ripulita dalla patina dell’ego, io stessa è come se la ri-conoscessi, quelli in cui sa esattamente chi sono, in cui riconosce se stessa in me, quale suo naturale proseguimento, e in cui, simultaneamente, accetta e rispetta la mia diversità.

E’ in questi momenti che ogni traccia di antiche ferite sembra scomparire ed è forse per momenti come questi che vale la pena di lavorare su noi stessi e di non arrendersi ad interpretare un copione che in fondo senti non appartenerti davvero: quello del conflitto, dell’antagonismo.

Quando vibriamo così alto, ogni traccia di conflitto semplicemente si dissolve, non perchè una “condoni” qualcosa all’altra, ma perchè sei nell’amore, nella consapevolezza.E questo ti dà forza.

E’ questo – almeno per me – il senso del percorso di consapevolezza: non tanto (o non solo) guarire la ferita, ma realizzare che quella ferita esiste solo nella misura in cui tu la credi reale. Non si tratta di ignorare un problema, ma di realizzare che non esiste alcun problema e che, in qualunque momento, hai il potere di modificare le cose: dipende solo da te.

Dipende solo da te scegliere di brillare, di stare nella gioia, di lasciarti stupire e meravigliare dalla rapidità con cui i cambiamenti riflettono la tua trasformazione interiore.

E’ in queste occasioni che le dinamiche nelle quali ti senti imbrigliato e che contribuiscono a determinare l’immagine che hai di te, le tue relazioni con gli altri, la tua capacità di realizzarti nel mondo, si dissolvono. E sono queste, dunque, le occasioni in cui risvegli il potere di dissolvere ogni ferita:

Sono i momenti in cui l’anima vibra ed è libera di esprimersi, quelli in cui l’anima prende il posto dell’ego e della personalità.

E’ in questi momento che l’ombra (la dinamica con cui ti sei identificato, ciò che causa la tua caduta) si trasforma nel tuo più grande alleato (la molla che dà vita al risveglio della consapevolezza che il mondo, così come noi lo percepiamo, altro non è che un sogno, un’illusione, un’interpretazione dei fatti che abbiamo finito per scambiare con una verità oggettiva).

E’ in questi momenti che realizzi che un approccio tradizionale, terapeutico al problema ha senso solo all’interno di una certa cornice di senso, ma che ne esiste anche un’altra, quella dell’anima, appunto, quella della non-terapia, quella del gioco.

Quella di una filosofia dell’anima, Quella di FilosofiaAmica. Quella di I FiL Good.