Barattoli, poesie ed altri strumenti filosofici per vivere meglio

“Liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni barriera, ossia, non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò non preoccuparti delle barriere degli altri: è sufficiente che tu abbatta le tue”.
(Max Stirner, L’unico e la sua proprietà)

 

C’è il paletto dell’addio, quello che mettiamo quando diciamo addio a qualcuno, c’è il paletto della distrazione, quello di proprietà, ovvero la classica mura di cinta che tutela la nostra casa e la nostra privacy.

C’è anche il paletto dell’indipendenza, quello che segna il confine tra la nostra vita da figli e l’età adulta.

Ne abbiamo trovati parecchi di paletti e altrettanti abbiamo cercato di scardinare durante il laboratorio di filosofia questo pomeriggio.

Ci siamo chiesti, a partire dai fatti di cronaca, che senso possa avere la separazione tra due Stati o semplicemente tra due persone.

Non è facile, ci rendiamo conto, andare sempre d’accordo ed evitare, quando le emozioni prendono il sopravvento, far prevalere la ragione, ma, alla fine della nostra sessione, conveniamo che, se ben addestrata, la mente può diventare una preziosa alleata per affrontare con maggiore consapevolezza, centratura ed equilibrio i momenti difficili e le situazioni di stress.

E così ci salutiamo agitando il nostro “barattolo della calma” di montessoriana ispirazione, lasciando che il nostro sguardo si perda tra i glitter e i brillantini colorati e che riporti calma, serenità e gioia in tutto il nostro essere.

Testa compresa!

Compito della settimana, lasciarci ispirare dalla parola “paletto” e scrivere una filastrocca a tema.

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Buona pratica!