Ho incrociato il suo sguardo mentre chiedevo al cameriere se mi trovassi nel posto giusto e se le persone con cui dovevo cenare fossero già arrivate.
Lo sguardo serio ed intenso, la barba nera e qualche anno più di me, quelli necessari per farmi sentire una donna: è bastato un attimo perchè catturasse la mia attenzione.
Era seduto da solo al tavolo e mangiava lentamente, senza fretta, ma ma con attenzione.
In silenzio, ha assistito alla mia fugace conversazione con lo sguardo fisso quel tanto che basta per far tremare leggermente le ginocchia.
Poco dopo, mentre io uscivo dal locale – che non era quello in cui ci eravamo dati appuntamento con il gruppo di filosofi – lui tornava alla sua cena.
Non è successo nulla, non era successo nulla: non mi aveva chiesto di sedermi, non mi aveva catapultata in una scena da film, ma, in quel momento – mentre mi incamminavo sperando di dirigermi nella direzione giusta – aveva dato via ad una nuova opportunità.
Non aveva fatto nulla, ma aveva creato un mondo, un mondo di cui io potevo tracciare i confini. E lo aveva fatto insieme a me attraverso il suo semplice esserci.
Il nostro essere entrambi nel momento, ognuno con la nostra storia, ognuno con la nostra vita, due perfetti estranei che, nello stesso momento, vivono la pienezza di un istante: ecco come si crea. Ecco come si dà vita ad un sogno.
E’ una silenziosa alleanza, un gioco, un’opportunità: è una magia che si crea inaspettatamente tra due persone che, nel loro atto di presenza, permettono ad un evento di divenire reale.
Non è successo nulla, dunque, nulla di ciò che ci si potrebbe aspettare da un romanzo, nulla di ciò che la protagonista di questo romanzo avrebbe voluto vivere, nulla di ciò che avrebbe voluto sentirsi dire.
ma è proprio questo che rende alcuni romanzi “evolutivi”: la consapevolezza del sottile confine che separa il mondo ordinario da quello extra-ordinario e la leggerezza con cui si passa da un universo all’altro.
A presto, dunque, con le nuove ed avvincenti avventure dell’anima.
Valeria