“Sulle cime più alte ci si rende conto che la neve, il cielo e l’oro hanno lo stesso valore”.
(Boris Vian)
In questo gioco l’Eroe o l’Eroina hanno a disposizione un numero infinito di vite e di tentativi per chiudere la partita.
Non si muore mai, al massimo si resta fermi qualche giro, in quella che viene definita la fase di stagnazione: antipatici momenti in cui sembra che tutto sia immobile, ma da cui comunque prima o poi si esce grazie a quella forza vitale che qualcuno chiama Tao, qualcuno Dio, altri energia cosmica.
Insomma, la buona notizia è che prima o poi al traguardo ci si arriva.
Il tempo di percorrenza però cambia, varia da persona a persona, e qualche volta, invece che progredire, si finisce per stare fermi un giro o, peggio ancora, non si sfrutta la grande occasione di essersi incarnati in un corpo umano e ci ritrova nelle sembianze di pesce, mollusco, pietra o cactus.
Inconvenienti del Gioco evolutivo: questa fantastica esperienza di crescita che ci vede tutti coinvolti e che porta vite, persone ed eventi ad intrecciarsi generando di continuo mondi possibili, scenari inaspettati e nuovi punti di partenza. Che rappresentano, al tempo stesso, un passo avanti rispetto al passato e step da superare che si ripresentano con sorprendente sistematicità.
Sfondi diversi, dunque, ma stesso metodo: darsi tempo affinché il contesto possa delinearsi, identificare la prova evolutiva, ricordarti di essere sempre e comunque il protagonista di tutto ciò che vivi per recuperare così il tuo centro, chiamare a raccolta il tuo bagaglio di conoscenze e tecniche, riconoscere di aver sempre accanto qualcuno che cammina al tuo fianco per aiutarti nei momenti di difficoltà e, soprattutto, essere consapevole che esiste un solo grande ostacolo: tu.
La teoria, infatti, è ormai chiara: sai che il mondo esterno ti fa da specchio, sai che sciogliendo i conflitti dentro di te, anche al di fuori le cose si sistemano, sei consapevole che ripulendoti da blocchi, paure e inutili zavorre, basta chiedere ciò che desideri e attendere con fiducia che l’Universo si manifesti sotto forma di sincronicità, regali inaspettati e meravigliose opportunità per progredire.
Anche sulla tecnica siamo ad un punto in cui la cassetta degli attrezzi è ben rifornita ed ogni percorso (dallo yoga sciamanico alla vipassana, dall’hata yoga alla mindfulness) mi ha insegnato che “il metodo segreto consiste nell’aggravare il peso“, ossia che quando incontri un dolore, fisico o emotivo, invece che tentare di scacciarlo, puoi esplorarlo, permettendogli di comunicare e poi di passare.
E’ aniccha, la legge dell’impermanenza, del costante divenire, dell’incessante trasformazione.
E’ il processo di pulizia dagli attaccamenti e di sradicamento dei samkara, le impressioni profonde che si sono sedimentate nel corpo finendo per assumere forma materiale. Sono i pensieri diventati materia, ciò verso cui abbiamo provato attrazione o repulsione e che ora siamo chiamati a osservare e dissolvere. Sistematicamente, con coraggio, con determinazione. Anche con fiducia.
Ci sono poi i superpoteri, che cambiano, aumentano, che si manifestano sotto forma di intuizioni, momenti di profonda pace, coincidenze significative.
E, infine, per accontentare anche i Giocatori (ma soprattutto le Giocatrici) più esigenti che amano conservare un aspetto curato anche quando dentro ci si sente spossati per il carico di lavoro evolutivo che si prospetta o che ci si è appena lasciati alle spalle, ecco che si ha a disposizione una vasta gamma di costumi.
Sono il mantello dei Super Eroi: dai comodi pantaloni di lino ai tacchi vertiginosi, dallo scialle di meditazione agli anfibi da soldato, dal costume da geisha alla divisa da cameriera. E anche il corpo assume forme diverse in funzione delle ferite da guarire e dei ruoli da interpretare.
Eccoci qui, dunque, di ritorno dal secondo ritiro di Vipassana ad osservare con un pizzico di nostalgia un altro capitolo che ci si lascia alle spalle e a prendere atto dei nuovi scenari che si stanno profilando.
Difficile dire con esattezza a che punto ci si trovi, non tanto perché non si veda la porzione di strada percorsa, quanto perché ancora non si ha piena coscienza di quanto sia lungo il viaggio.
Si sa però che la meta è la dissoluzione: quello stadio in cui, sciolti tutti gli attaccamenti e cessato di generare ogni pensiero, l’intera struttura dell’io si dissolve.
Ciò che è certo, è che oggi c’è una maggiore consapevolezza ed una più forte determinazione ad utilizzare bene tutto il bagaglio pratico e teorico che porto con me, per rendere questa avventura oltre che istruttiva, anche bella, divertente, giocosa, proprio come quella parte di noi che, imperturbabile ed eternamente beata, osserva ciò che accade in superficie col necessario distacco.
Grazie, dunque, per questa domanda arrivata un po’ per caso (“E tu, a che livello del Gioco ti trovi?“) che mi ha permesso di fare il punto della situazione e decidere, al bivio, quale direzione prendere.
Vi aspetto allora il 10 settembre on line per il primo incontro di Soul Evolution, il percorso di 8 settimane che risveglia la parte migliore di noi: quella sempre pronta a mettersi in gioco e a scalare nuove vette.
Con gioia, entusiasmo e gratitudine,
Valeria