“Forse la vita non è stata tutta persa, forse qualcosa si è salvato, forse davvero non è stato poi tutto sbagliato. Forse era giusto così, forse, ma forse, ma sì”. (Vasco Rossi)
E se fosse questione di punti di vista?
Se il nostro passato dipendesse dalla narrazione che facciamo di esso, o, per dirla diversamente, dalle storie che ci raccontiamo e che, a volte stancamente, altre con determinazione, ci trasciniamo di giorno in giorno, di vita in vita?
E se bastasse cambiare idea per liberarci dal peso di una scelta sbagliata o di un ricordo che pesa e ci blocca, impedendoci di aprirci alla vita e alle sue possibilità?
E se il domani dipendesse da quelle frasi che incessantemente tornano e ritornano e si susseguono nella mente, dandoci l’illusione di essere padroni del nostro destino, ma finendo, al contrario, per ingabbiarci in un romanzo che non siamo noi a scrivere?
E se, con un semplice esercizio, potessimo aprire uno scorcio su una vita costruita sugli stessi fatti, ma su una loro diversa interpretazione?
E se parlare con qualcuno, che ti fa le domande giuste al momento giusto, potesse rendere quello scorcio una possibilità concreta?
Se fosse davvero così semplice?
Sono queste le domande che porto con me in questa calda notte di giugno.
Domande che appaiono futili elucubrazioni o nodi cruciali, a seconda della prospettiva con cui le osservo: parole in libertà, che scorrono dopo la mia prima consulenza filosofica in lingua anglo-spagnola che mi ha coinvolta a tal punto da togliermi il sonno le lasciarmi solo la voglia di scrivere.
E la speranza che, dall’altra parte, ci sia qualcuno che legga.
Un esercizio che mi ha appassionata e incuriosita, stimolata e de-costruita, catturata e liberata.
Che mi ha permesso di esercitare il pensiero e di dare un nome alle emozioni: quelle passate e quelle presenti.
Che ha alimentato la fiducia nel confronto con l’altro e il desiderio di relazioni autentiche.
Che ha mostrato il bisogno che provo di stare con le cose, dentro le cose, e non solo nell’analisi di ciò che accade.
Che ha ri-acceso la fiamma della conoscenza e il desiderio di capire la vita, anche quando, per dirla con Vasco Rossi, questa vita, un senso non ce l’ha.
Per stasera posso provare ad accettarlo.
Stasera posso accettare che ognuno viva la sua vita, intesa non tanto come possesso o come susseguirsi di fatti, quanto come mix inedito e irripetibile di eventi, interpretazioni, valori, che generano tanti mondi quante sono le persone che li abitano.
Grazie, allora, al compagno di studi, che si è prestato a lavorare con me nonostante le difficoltà dovute alla scarsa dimestichezza con lo spagnolo e grazie alla filosofia, che apre la mente, scalda il cuore (in barba a chi la immagina come noiosa e fredda serie di teorie che poco hanno a che fare con la quotidiannità) e conduce un pò più vicini allo spirito.
Per fare esperienza della pratica filosofica individuale, scrivimi: fisseremo un appuntamento on line oppure in sede, a Bergamo o Milano.
Con affetto e gratitudine,
Valeria